SIGLA!!!
Sole: A Cagliari (lat. 39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge alle 7:14 e tramonta alle
18:00. Il 20 febbraio entra nel segno zodiacale dei Pesci.
Luna: La Luna è crescente.
Il 17 febbraio alle 20:32 completerà il suo Primo
Quarto.
Cielo del mese, i pianeti: Venere
è diventata praticamente inosservabile. Infatti, sorge poco prima del Sole con
cui sarà in congiunzione nel prossimo mese. Il 24 febbraio entra nel segno
zodiacale dell’Acquario.
Onomastici: Tanti auguri
a tutte coloro e tutti coloro che portano il nome di: Fintan, Flaviano, Mesrop (dottore della Chiesa Armena), Lupiano (17 febbraio); Costanza (di Vercelli), Gertrude, Massimo, Claudio, Prepedigna, Alessandro e Cuzia, Teotonio (18 febbraio); Asia, Barbato (di Benevento), Proco,
Quodvultdeus (19 febbraio); Eleuterio (di Costantinopoli), Leone (di Catania), Ulrico, Zenobio (20
febbraio); Pier (Damiani), Eleonora, Pipino (il Vecchio), Germano
e Randoaldo (21 febbraio); Margherita
(da Cortona), Massimiano (di Ravenna),
Papia, Pascasio (22 febbraio); Policarpo,
Milburga, Milone (di Benevento), Romana,
Sereno (23 febbraio); Evezio, Modesto, Sergio (24
febbraio).
Il Santo: Il 20 di febbraio la Chiesa ricorda Zenobio, prete a Sidone, medico, fu martire sotto Diocleziano.
Nella stessa persecuzione, a Tiro di Fenicia, persero la vita anche Nilo,
Peleo, Silvano e Tirannione. Zenobio si invoca contro le emicranie.
Il nome: Il nome che vi propongo questa settimana è Costanza. È un nome a mio parere molto
bello e importante, e deriva dal latino,
nel significato di “colei che ha fermezza”.
Il suo numero fortunato è l’1; il suo colore è il verde; la pietra portafortuna
è lo smeraldo; il suo metallo è il rame. In Italia ci sono poco meno di diciannovemila donne che portano il nome
Costanza, cioè circa lo 0,03% della popolazione del nostro Paese. Si attesta al
cinquecentonovesimo posto nella
classifica dei nomi più comuni. La sua distribuzione è ben ripartita in tutto
il territorio, con punte in Calabria (10,2%) e Puglia (9,9%). Costanza:
combattiva, ostinata, sexy, tenera, ammirata, naturale, zen. Pensateci per le
piccoline in arrivo!
Compleanni storici: Il 17 febbraio 1877 nacque a Ginevra Isabelle Eberhardt, esploratrice e
pioniera.
Questa settimana accadde: Il 21 febbraio 1804 uscì dalla fabbrica della
Pen-y-Darren ironworks, in Galles, la prima
locomotiva a vapore.
La notizia del giorno… un anno dopo: Thiago Ribeiro: "Poche palle davanti, bravi dietro"
(L’Unione Sarda, Edizione del 20 febbraio 2012, p. 35).
Feste e ricorrenze: Il 22 di febbraio si festeggia la World Thinking Day, festa dello
scoutismo e del guidismo internazionale per rifletterne sul senso. Tutte le
guide del mondo in questo giorno donano simbolicamente un penny (dal valore variabile a seconda del paese d’origine) da
destinare allo sviluppo e il sostegno dello scoutismo nei Paesi in difficoltà.
Feste e ricorrenze private: Bimbi crescono: il 20 febbraio tanti
auguri a Simone per i suoi 25 anni. Venticinque!?! Correggo: buon Compleanno
Verbi!
Curiosità: Il Carnevale di Lodine, paese al centro della Barbagia,
si svolge il Mercoledì delle Ceneri. Il protagonista è il classico fantoccio
carnevalesco con l’aspetto di un personaggio, più o meno noto, che si è messo
in evidenza per motivi negativi e che per questo viene deriso da Sas Umpanzias, uomini mascherati di
nero.
La matita Rossa e Blu: Sono belle le mille inflessioni dialettali
con cui coloriamo l’Italiano. È bello come la nostra lingua assuma un carattere
diverso, il carattere di chi la parla, a seconda di dove si metta il verbo, o
un aggettivo, nel costrutto della stessa frase. È meraviglioso come alcune
parole, mutuate dai dialetti (e dalle lingue più antiche che ancora parliamo),
esprimano un sentire, scusate l’uso improprio del termine, onomatopeico rispetto al concetto che si vuole esprimere (esempio:
per me una “crastulada”, assume mille sfumature che una “chiacchierata” mai
avrà). Ma… come sempre, come in ogni cosa della vita, c’è un “ma”. E il mio ma di oggi è questo: come può mia nipote
dire una frase così costruita: “Visto che piove faccio che non andare a scuola”?
A parte la furbizia della piccolina in questione (cuore di zia!), da quando il
verbo fare “regge” il che, che a sua volta (orrore degli
orrori! Povera me ed i miei studi classici!) “regge” un infinito? Il che non dà
più luogo ad una subordinata esplicita?
Sapeste cos’è, oh tutti voi che mi leggete… Violet confida sempre
nell’eccellenza dei suoi venticinque
lettori. Pochi e buoni. Ed esimi come pochi!
Il Lama racconta: Si narra che, nella notte dei tempi, i telai d’oro delle Janas riempissero di
ticchettii regolari i boschi di lecci
di Sardigna, che allora erano fitti. L’uomo non li aveva bruciati, metro su
metro. Non li aveva sradicati. Allora c’era rispetto per tutte le forme di vita,
che Natura ci ha regalato. Allora i lecci più anziani e maestosi erano i
Custodi delle fate. Ma ancora oggi i suoni del silenzio riempiono di presenze i
boschi di Sardigna. Che tu ci vada di giorno o la notte, entraci con rispetto.
Cammina al ritmo del tuo cuore. Respira profondamente. Procedi con animo puro,
con lo spirito libero. E ascolta il silenzio. Allora, se è giorno e il sole si
fa strada tra le foglie, potrai udire il ticchettare dei telai delle fate. Non oziano
mai le Janas: la notte è il luogo delle loro scorribande, degli incontri, delle
inaspettate sortite al villaggio. Il giorno, invece, le vede operose, a creare
le stoffe più belle e preziose, che siano mai state indossate da donna. I loro
telai sono piccoli, color del sole. Fatti del metallo più pregiato. E così
anche gli sgabelli. Si riuniscono le sorelline nelle radure dei boschi di
lecci, alcune dipanano la lana, altre filano e altre ancora si siedono al
telaio. Cantano, ridono, raccontano. Vivono, e godono della bellezza della
natura che le circonda. E restituiscono vita al bosco e ai suoi abitanti, con
la loro bellezza limpida e luminosa, con la loro presenza giocosa. Si dice che
le accompagni un cagnolino e che il suo abbaiare sia il segnale che qualcuno
viene. Allora, si nascondono veloci. E a chi attraversa la radura capita di non
immaginare tutto il rimestare che vi si muoveva un attimo prima. Se vai per il
bosco e trovi una stoffa preziosa, color dell’oro, non cercare chi l’ha
perduta. È un dono. Se vai per il bosco e senti abbaiare un piccolo cane, tre
volte, non essere curioso. Le Janas conoscono il bosco, i suoi nascondigli, i
suoi segreti, dalla notte dei tempi. Non le troverai. Se vai per il bosco e
senti abbaiare un piccolo cane, tre volte, non affrettare il passo, non alzare
la voce a chiamare le fate. Le Janas hanno bisogno di pace e tranquillità per
svolgere il loro lavoro. Semplicemente sii onorato, e grato. Hai varcato la
soglia del mondo delle fate e dei loro Custodi. Non c’è privilegio più grande (I telai d’oro delle Janas, liberamente
tratto da una leggenda della Sardegna, Violet per La Rassegna Stronza).
Così parlò zio Gecob: La verità dell’amicizia per me è sacra quanto
il matrimonio eterno.
Così aggiunse Violet: A narrare si riprende contatto con il più
intimo di se stessi. Con la tua anima. Con la tua identità sperduta. A narrare,
scopri che, in verità, ti stai narrando.
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