Sole: A Cagliari (lat. 39°21’; lon. 9°13’; alt. 4m s.l.m.) il Sole sorge alle 7:22 e tramonta alle
17:52.
Luna: Il 10 di febbraio, alle 7:22 è Luna Nuova. Sarà crescente tutta la settimana, fino al Primo Quarto
del 17 febbraio alle 20:32.
Cielo del mese, i pianeti: Mercurio
riappare in orario serale e intorno a metà mese si creano condizioni favorevoli
per individuarlo sull’orizzonte occidentale, poco dopo il tramonto del Sole. La
massima elongazione (oltre 18° di distanza angolare dal Sole) viene
raggiunta il 16 febbraio. In quei giorni Mercurio tramonta circa un’ora e mezza
dopo il Sole.
Onomastici: Tanti auguri
a tutte coloro e tutti coloro che portano il nome di: Scolastica, Guglielmo (il
Grande), Silavano (di Terracina),
Troiano (10 febbraio); Lourdes (Beata Vergine di Lourdes), Elisa, Pasquale (I papa), Secondino,
Sotere (11 febbraio); Antonio (Cauleas), Damiano (di Roma), Laudano
(12 febbraio); Castore, Fosca e Maura, Gilberto (di Meaux), Giuliana
(13 febbraio); Valentino, Cirillo e Metodio, Alessandra (d’Egitto, la Reclusa), Vitale (di Spoleto), Zenone
(di Roma), Fortunata (14 febbraio);
Decoroso (di Capua), Faustino e Giovita, Giorgia (15 febbraio); Elia,
Geremia, Isaia, Samuele e Daniele (e compagni), Giuliana (di Nicomedia), Maruta
(16 febbraio); Fintan, Flaviano, Mesrop (dottore della Chiesa Armena), Lupiano (17 febbraio).
Il Santo: Scolastica,
vergine, era sorella di san Benedetto. Fondò le Benedettine. Morì nel 547. La festa di santa Scolastica è il 10 di
febbraio. La si invoca per avere la pioggia
durante la siccità e per guarire dal sonnambulismo.
Il nome: Questa settimana Violet vi propone il nome Elisa. Questo nome deriva dalla stessa
radice ebraica del nome Eliseo, El=Dio
e ish=salvare, significa quindi “Dio salva”. Il numero fortunato legato al nome Elisa è il 9; il suo colore è l’arancio; la pietra portafortuna è l’ambra
e il suo metallo è l’oro. In Italia portano il nome Elisa centodiciasettemilaseicentoquarantuno donne,
cioè circa lo 0,19% della popolazione. Esso si attesta al centosessantottesimo posto nella classifica dei nomi più comuni.
Per quanto riguarda la sua diffusione è ben distribuito in tutto il territorio
nazionale, con un picco in Abruzzo
(10,4%) e in Molise (9,6%). Elisa:
encomiabile, logica, interessante, sexy, ammirata!
Compleanni storici: Il 15 febbraio 1942 nacque Lucia Rizzi, la Tata! Auguri!!!
Questa settimana accadde: L’11 febbraio del 660 a .C. è, secondo la
tradizione, la data di fondazione del
Giappone da parte dell’Imperatore Jimmu Tenno.
La notizia del giorno… un anno dopo: Basket. Il Banco fa la spesa
all’Emporio Armani (L’Unione Sarda, Edizione del 13 febbraio 2012, p. 1).
Feste e ricorrenze: Il 14 di febbraio è san Valentino, la festa di coloro che sono innamorati, di qualcuno,
di qualcosa, di un’idea, della natura, della vita. Auguri a tutti! Perché non
esiste vita senza la forza che la sottende, la genera, la sostiene e la
perdura, l’Amore! Dal 2005 il 16 di
febbraio si celebra la Giornata Nazionale
del Risparmio Energetico. Contribuiamo tutti!
Curiosità: Sono giorni di Sartiglia,
la magica discesa a cavallo per prendere una stella con la punta della spada,
ad Oristano. Ed eccoci a Su Componidori, una delle
più originali tra le maschere sarde, è l’enigmatica figura a capo di questa
giostra medievale. Su Componidori è
una sorta di semi-dio. Indossa una maschera androgina di terracotta, calzari in
pelle, camicia bianca, un velo bianco sul capo e un cappello a cilindro nero.
Bellissima, elegante, affascinante! Da non perdere anche tutto il rito della
sua vestizione.
Il Lama racconta: Si dice che i boschi di Sardigna durante il
giorno brillino di sole e sorrisi. E, quando scende il buio, tintinnino di
brevi risate. Tanto tempo fa, nella notte dei tempi, al limitar della foresta,
quando la luna faceva capolino e i suoi raggi si nascondevano tra le foglie,
non era difficile incontrare le fate.
Erano piccole, veloci, bellissime e splendenti. Luna riservava per loro i raggi
più luminosi, ma le Janas emanavano
una luce chiarissima, capace di rischiarare le radure, i sentieri che
conducevano al villaggio, l’intrico del sottobosco, dove gli alberi si facevano
più fitti. Correvano le nostre fatine, ballavano, ridevano e giocavano. Tanti
le avevano incontrate, rincasando quando la notte oramai avanzava o se uscivano
di casa, per recarsi agli ovili, prima che Aurora iniziasse a tingere il cielo
dei suoi tenui colori. Non erano mai sole, spesso due o tre, raramente in
gruppi più grandi. A volte arrivavano fino al villaggio, portate sulle ali del
vento, che in quella terra antica non smette mai di soffiare. Quando accadeva,
giravano leste per la via alla ricerca di una casa che sembrasse accogliente,
di una luce accesa ad attendere qualcuno, di un fuoco ancora vivo sotto la
cenere in fondo al camino, di un uscio o una finestra rimaste socchiuse. Curiose
entravano in quella casa. Chiamavano piano tre volte le donne che trovavano
assopite e le invitavano ad andare con loro. Giunte alle piccole domus, offrivano in dono una stoffa
preziosa, fatta da mani di fata, o una moneta d’oro. Se, invece, addormentati c’erano
dei bambini, li svegliavano e li portavano a giocare nel bosco. Fu così che una
bimba, una notte, le seguì. E vide il bosco come non l’aveva mai visto. Volò
sulle ali del vento, rise tutto il tempo. Scoprì nuovi sentieri, mille pertugi,
cento nascondigli segreti. Fu salutata dall’argenteo guizzare dei pesci del
laghetto e udì storie mai udite. Ma, soprattutto, poté fare una domanda alle
fate, ché loro avrebbero risposto tutta la verità a quel cuore innocente.
“Perché nessuno ha mai visto una Jana da sola?”, chiese allora la piccola.
“Perché siamo sorelle e ci amiamo”, risposero all’unisono le due. E brillavano
come mai nessuno avrebbe potuto immaginare. Fu lunga quella notte. Sembrò molti
giorni e molte notti, perché la bimba vedeva che Luna si riempiva e poi
svuotava di nuovo. Alla fine si rigirò. Era a casa, nel suo letto. Con negli
occhi e nel cuore una splendida luce, e sulla bocca e nelle orecchie una breve
risata. Si dice che la notte, nei boschi di Sardigna, lo scintillio tra le
foglie lo creino i raggi della luna che giocano a nascondino con le Janas. Io credo
sia vero. Bambina giocavo con loro (Siamo
sorelle, liberamente tratto dalle leggende sarde sulle Janas, Violet per la
Rassegna Stronza).
Così parlò zio Gecob: Io sono tra
coloro i quali credono che il tutto stia nel poco. Il bambino è piccolo, ma racchiude l’uomo; il cervello è limitato, ma ospita il
pensiero; l’occhio non è che un
puntino, ma abbraccia le miglia.
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